abuso del diritto: il fisco “abusa” dell’abuso del diritto

interessante e recentissima sentenza in materia di abuso del diritto e di contratto di “sale & lease back”. la cassazione smentisce l’agenzia delle entrate.

l’ “abuso del diritto” in materia fiscale è ormai lo strumento giurisprudenziale e dottrinario più “abusato” dalla amministrazione pubblica. la presunzione di mala fede, questa volta, è uscita sconfitta dalle aule di piazza dei tribunali.
lo sostiene da ultimo la corte di cassazione colla pronuncia n.17175 del 26 agosto 2015 quando afferma che “il contratto di sales e lease back non costituisce una operazione elusiva per il solo fatto che il contribuente che ha posto in essere tale operazione abbia conseguito un risparmio di imposta. l’agenzia delle entrate non può per ciò solo contestare l’abuso del diritto”.
così ha deciso la corte di legittimità dando ragione a una società accusata dal fisco di ottenere un vantaggio fiscale deducendo in minor tempo il costo dell’immobile, mentre l’obiettivo dell’operazione era quello di ottenere liquidità.
“affinché si possa parlare di abuso del diritto occorre che il vantaggio fiscale sia lo dell’operazione e non un mero effetto” ha sottolineato il palazzaccio, aprendo una vera e propria breccia nel muro dell’abuso del diritto utilizzato spesso in maniera “forzata” dall’amministrazione finanziaria: il vantaggio fiscale non è illecito, questa è la buona novella, soprattutto se è un mero effetto di un’operazione che ha altre finalità.

un consiglio: la pronuncia appena citata sconta un complesso probatorio articolato e specifico dal quale non si poteva desumere alcun elemento anomalo o irragionevole tale da classificare come “abusiva” l’operazione economica oggetto di verifica.
ogni situazione, si ribadisce, ha chiare peculiarità che non sono facilmente replicabili ma, nel caso di specie, la buona fede sottostante l’operazione fiscale ha ricevuto degna tutela, seppur in cassazione.

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