in questa puntata di #fiscoXtutti, all’interno del filone sulla protezione del patrimonio, parliamo del perché proteggere e quando farlo.
domanda: buongiorno e ben ritrovati presso lo studio della bella associato. oggi, con i nostri esperti di leggi e tributi. oggi siamo in compagnia del dott. stefano della bella, nel solco del nuovo format che abbiamo introdotto da questa stagione ovvero la possibilità di parlare con un solo esperto nei rispettivi campi di specializzazione, ed introduciamo un altro macroargometo che riguarda una delle specializzazioni dello studio della bella ovvero parliamo di ingegneria patriomoniale, dottore, è lei che se ne occupa, vero?
risposta: diciamo che io sovraintendo questo settore di attività. in realtà è una mia passione e l’ho proposta in studio fino a farla diventare una delle attività tipiche ma c’è bisogno di uno studio poliedrico e di diverse competenze, quindi, anche se per singole fasi, se ne occupano anche gli altri per quanto di loro competenza. hai usato correttamente il termine ingegneria patrimoniale anche se noi in studio la chiamiamo architettura patrimoniale perché il nostro lavoro primario e determinante è studiare il miglior assetto organizzativo del patrimonio di beni ed impresa del cliente. il nostro pallino è la protezione del patrimonio e tutto ruota intorno a questo. ovvio, come aspetti secondari trattiamo anche la ristrutturazione e la riorganizzazione degli assetti proprietari e direzionali, il passaggio generazionale che noi chiamiamo subentro generazionale perché diamo maggiore enfasi all’allenamento dei figli ad essere i futuri capitani d’impresa, siamo i loro coach, e l’efficientamento della fiscalità. ma sono tutti obiettivi desiderabili e secondari. il nostro focus è sulla protezione del patrimonio.
domanda: ci ha tenuto a sottolinearlo più volte, quindi gliela devo fare questa domanda: come mai avete a cuore la protezione del patrimonio, dottore?
risposta: perché la maggior parte dei miei colleghi, almeno quelli che ogni tanto alzano la testa dalle scadenze che collassano ogni attività professionale, aiutano i clienti a fare utili, ed in alcuni casi, direi rari, a fare i migliori utili fattibili. scusa la divagazione però devo cogliere l’occasione per dire che gli utili non fanno bene assolutamente perché chi fa utile e si permette una vita da benestante, chi più chi meno, purtroppo non si accorge di tutto l’utile che non fa ovvero delle perdite di utile di ogni singolo anno. riesce ad aprire gli occhi solo quando fa la prima perdita vera e propria. allora lì si ferma a controllare e verificare come mai sia successo e fa caso a quanti anni ha buttato via. per spiegarti questo concetto ti faccio una domanda che faccio sempre ai miei clienti e che oggi rivolgo anche ai telespettatori: “quando esci di casa chiudi la porta?” rispondo io : si!” ma questa era facile adesso facciamo quella difficiel “perché?”. proviamo a rispondere, lo fate per educazione? per abitudine? per proteggere? ah, bene per proteggere. ma qualcuno ha mai cercato di entrare in casa vostra per portare via qualcuno o qualcosa? no? ma la porta la chiudi lo stesso.
ecco, sulla falsa riga dell’esempio, la nostra vita è come la casa. partiamo da una prima casa piccola e spartana e man mano che le cose ci vanno bene, facciamo utili, la facciamo diventare più grande e ben arredata. riponiamo orologi e gioielli e se possiamo appendiamo qualche quadro di valore alle pareti. lì dentro poi, teniamo i nostri figli ed i nostri affetti. tutte queste cose le vivi, controlli quando sei presente e le proteggi con una porta blindata ed un allarme, magari.
bene, coi soldi, titoli, redditi, quote e/o azioni non lo fai. perché? perché nessuno te lo ha insegnato perché tanto, nel caso, li metto in banca.
bene questo modo di pensare non è ancora tramontato ma deve finire. la legge ha diversi istituti che permettono di proteggere il proprio patrimonio o di vincolarne la destinazione (patrimoni destinati) e la domanda che dovremmo sono due:
– perché ci sono?
– perché così pochi le utilizzano?
sono istituti meritevoli che permettono di destinare alcuni beni (crediti, immobili, azioni o soldi) del nostro patrimonio a rendere indipendenti o soddisfare alcuni soggetti, normalmente la famiglia o alcuni membri di essa.
è un po’ il concetto alla rovescia delle società di capitali nelle quali conferisco tipicamente denaro, ma anche crediti, macchinari o altri beni, per dotarla delle risorse e mezzi necessari all’ottenimento dell’obiettivo imprenditoriale.
domanda: molto bene, e adesso veniamo alla domanda dei nostri telespettatori che poi sono il vero motivo dei macroargomenti e delle singole puntate, ci scrive matteo di cremeno “ho dei problemi colla banca e mi hanno consigliato di fare il fondo patrimoniale sulla prima casa dove vivo con la mia famiglia. si può fare? cosa ne pensate?”, dottore.
risposta: penso che non si possono utilizzare questi strumenti per sottrarre beni ai creditori perché viceversa si sta facendo una frode. le consiglio di negoziare colla banca un rientro e stabilire una dilazione e, solo successivamente, mettere in sicurezza il bene.
ecco giulia, questa domanda mi viene buona per far capire meglio il concetto, il bene va messo in sicurezza fin da subito, ovvero al momento del matrimonio, quando non si hanno ancora i problemi, cercare di distrarlo dopo non ha alcuna efficacia anche perché se si riuscisse a fare tecnicamente potrebbe essere smontato facilmente dal creditore.
tenete conto in ultimo che il fondo necessita di un periodo di 5 anni per consolidarsi. ciò vuol dire che l’’azione revocatoria, ovvero quella iniziativa giudiziaria volta a rendere inefficace la segregazione nei confronti del creditore e, quindi, aggredirlo si prescrive in 5 anni.
magari del fondo patrimoniale e dei singoli strumenti ne parliamo più avanti.