fisco turistico – business plan turistico – piano industriale

in questa puntata di #fiscoturistico introduciamo il concetto di piano industriale.

domanda: buongiorno e ben ritrovati presso lo studio della bella associato. oggi, con i nostri esperti di leggi e tributi, all’interno del macro argomento del #fiscoturistico, continuiamo col business plan, ma oggi parliamo di cosa in particolare, avvocato?
avvocato: oggi vorremo spiegarvi il business plan come strumento di conoscenza dell’impresa e, quindi, in particolare di piano industriale.

domanda: bene. argomento sicuramente molto interessante visto che è di ormai quotidianità la tematica del piano industriale in tutte le fasi di rilancio delle aziende in crisi.
avvocato: come dici tu, giulia, è corretto, nei momenti di crisi, se si decide per il rilancio, la base è sicuramente un nuovo piano industriale, un nuovo modello di business, ma voglio precisare che di piano industriale si può e di deve parlare anche nelle aziende in normale funzionamento così come in quelle in pieno sviluppo e crescita ovvero in quelle in start-up. più che soluzione ad una situazione specifica parliamo di un atteggiamento imprenditoriale che aiuta a conoscere meglio la propria azienda, anche in facimento, ed a rappresentarla a tutti coloro che hanno interesse, per riassumere con un termine inglese che va di modo oggi, gli stakeholders.

domanda: bene, dottore, visto che stiamo introducendo l’argomento, quali sono le finalità del piano industriale?
dottore: è un documento previsionale, orientato al futuro, composto da due parti, una qualitativa/descrittiva, una quantitativa/numerica che descrive la strategia d’impresa. svolge la principale funzione informativa che viene declinata in significati diversi a seconda che l’informazione sia destinata all’interno dell’azienda o all’esterno. la funzione informativa interna è quella di apprendere, ovvero, imparare a conoscere meglio il business in tutti i suoi aspetti qualitativi o quantitativi ed a ridurre il rischio perché permette di simulare diversi scenari di evoluzione di business e di predisporre piani di azione preventivi; ci viene più utile quando dobbiamo lanciare nuovi prodotti o aggredire nuovi mercati, quando dobbiamo fare nuovi investimenti o quando dobbiamo render conto agli azionisti dell’operato. la funzione informativa esterna è quella di rappresentare in modo chiaro il proprio modello di business a possibili investitori, clienti e partners, ed ottenere risorse tipicamente dalle banche, business angels, venture capitalists.

domanda: avvocato, da cosa si parte e qual è il primo momento del piano industriale?
avvocato: stefano, settimana scorsa, lo ha accennato l’ultima fase pre-piano industriale è la fase creativa e di indagine, dopodiché inizia il piano industriale cioè il passaggio dalla visione al progetto. il piano industriale ci aiuta a descrivere gli elementi della formula imprenditoriale ovvero il mercato target, la nostra offerta e l’infrastruttura imprenditoriale. si parte dall’executive summary, “riassunto” in italiano, nel quale si dettagliano: – l’idea di business; – le ipotesi sulle quali si fonda il piano industriale; – la strategia; – gli indicatori, gli indici, economico finanziari previsionali. poi, si passa al piano operativo, nel quale vengono riassunti e dettagliati elementi quali: – descrizione del business (cosa, come ed a chi è rivolto); – struttura aziendale; – piano delle risorse necessarie (risorse umane, risorse finanziarie e risorse strumentali); l’ultima parte è quelle con gli schemi economico finanziari che si sviluppano naturalmente una volta definito il business, le modalità di svolgimento e le risorse necessarie.

domanda: bene tutto molto chiaro. dottore, vuole aggiungere qualcosa?
dottore: come sempre, ringrazio lorenzo perché mi ha lasciato la parte alla quale tengo di più. una volta fatto l’executive summary ed il piano operativo, come spiegate da lorenzo, che sono fasi del business plan che competono all’imprenditore e che non costano nulla, si rende necessaria l’analisi di mercato. perché a questo punto interviene una regola che è quella che quando si costruisce un piano industriale si parte dai ricavi. questa regola non serve per arricchire chi fa indagini ma per basare un progetto imprenditoriale su basi solide. è come quando si costruisce una casa, si parte dello scavo e dalle fondamenta, non dalle dimensioni del tetto che voglio. bisogna misurare il bacino d’utenza, l’estensione e l’area geografica di potenziale interesse, l’effettiva necessità del prodotto/servizio, i potenziali concorrenti, se i prodotti che offrono sono paragonabili ai nostri ovvero sostituibili ai nostri, i prezzi praticati dai concorrenti. alla fine, possiamo avere un’idea dei volumi di vendita e dei prezzi da praticare e di conseguenza i volume dei ricavi. di qui, le risorse necessarie per produrre tali volumi.

domanda: ma c’è un criterio generale che possiamo suggerire ai nostri telespettatori per stabilire i prezzi a cui vendere i loro prodotti?
dottore: grazie per la domanda leggera sul finale della puntata. direi che la leva per antonomasia e uno delle chiavi di successo di molte imprese. un criterio generale direi non esiste. ce ne sono quattro o cinque che si possono considerare. cosa dici giulia se ce ne occupiamo nella prossima puntata? diciamo che è un argomento delicato che possiamo affrontare in un’intera puntata.

domanda: come detto la scorsa settimana, queste puntate sono pubblicate su internet, sul blog dello studio della bella associato, www.ricorso-tributario.it, sul sito di teleunica e youtube. sul blog come sul canale youtube, poi, sono riportate le sbobinature che i nostri esperti vi mettono a disposizione visto il contenuto formativo, certe volte è meglio avere qualcosa da leggere, stampare, sottolineare o utilizzare per appunti. saluti e chiusura.
avvocato e dottore: arrivederci e a presto.

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