fisco turistico – destination management 2/2


in questa puntata di #fiscoturistico parliamo di destination management e di scelte di comunicazione e marketing per il posizionamento turistico.

domanda: buongiorno e ben ritrovati presso lo studio della bella associato. oggi, con i nostri esperti di leggi e tributi, ricominciamo col nostro appuntamento settimanale sul nuovo tema del “fisco turistico”, come si dice qui allo studio della bella. parlando ancora di gestione delle localita’ turistiche, dottore?
dottore: il “destination management” è una dicitura che sta a significare la gestione strategica della località turistica, ovvero l’insieme di comunicazione e marketing per ottenere il posizionamento desiderato nella mente del nostro cliente ideale.
domanda: quali sono i fattori che muovono il turista verso la sua “destinazione ideale”?
avvocato: tenete presente che la scelta della località turistica, quando parliamo di località turistica intendiamo una località di piacere perché quella lavorativa è una scelta obbligata, è guidata da motivazioni molto variegate: passaparola, posto ideale per quel tipo di vacanza, moda, abitudine, o per ragioni di efficace comunicazione. ciò nonostante una località turistica, un territorio, può offrire molto di più del singolo operatore che non può essere così efficiente e nemmeno può cogliere opportunità che esistono solo a livello di destinazione. una volta colpito il cliente a livello di territorio e di destinazione “questa estate vado a formentera”, e formentera si vende da sola, avviene poi l’analisi di dettaglio, quindi a livello di offerta di ogni singolo operatore. altro esempio, “quest’estate vado in sardegna al forte village”, forte village è il resort migliore al mondo, secondo forbes, anche perché è in sardegna, non fosse lì non potrebbe esserlo. la sardegna ha una forte destination appeal ed attira forti investimenti, altre località non lavorano come territorio e fanno fatica ad emergere dalla massa anche le singole realtà imprenditoriali. tutto ciò porta ad un trasferimento di risorse finanziarie dalla località che non gestiscono il destination mangagement verso quelle che lo gestiscono aumentando di fatti il gap che diventa incolmabile. fare impresa, anche turistica non è lavorare ma pensare, agire, verificare i risultati, correggere il tiro, pensare ancora e via discorrendo.
domanda: dottore, ci spiega il peso del turismo per l’italia?
dottore: l’italia è il quarto paese mondiale per capacità ricettiva dopo usa, giappone e cina, se consideriamo l’estensione del paese è primo con il giappone; primo in europa per numero di camere. il 46% dei turisti sono stranieri ed il 90% vuole strutture di almeno tre stelle ed il 50% di almeno 4 stelle. dà occupazione a più di 2 milioni di lavoratori e, come dicevo la volta scorsa, ha una bilancia di pagamento in attivo, secondo banca d’italia, per oltre 10 miliardi di euro e questo da prima del 2000, quindi, in questi anni ha generato flussi netti di denaro verso il nostro paese per oltre 170 miliardi di euro. tenete conto che una manovra finanziaria media pesa tra il 15 e i 20 miliardi di euro, vuol dire che in poco più di 15 anni il turismo ha sostenuto circa 10 manovre finanziarie.
domanda: il turismo è una grande ricchezza per il nostro paese e la domanda è di qualità?
avvocato: crea grande ricchezza senza pensare all’indotto derivante dall’edilizia, agroalimentare, settore dei mobili e attrezzature, servizi complementari etc.. il cliente medio è straniero e viene in italia per stare bene, vuole sistemazioni di grande confort ed è disposto a spendere per servizi complementari. non sempre trova un’offerta all’altezza e ben misurata. a chi non è capitato di finire in un tre stelle ligure o in un tre stelle adriatico, avrete notato la differenza e sono entrambi tre stelle. questo non va bene perché genera confusione nel cliente e lo allontana.domanda: dottore, vuole aggiungere qualcosa prima della solita domanda di fine puntata?
dottore: si, il turismo è una risorsa sostenibile perché tutela e valorizza il territorio, aiuta al mantenimento delle tradizioni ed artigianato locale, fa crescere culturalmente la popolazione locale grazie all’incontro con diverse culture ed alla necessità di dover interagire con esse. purtroppo, è già una risorsa e già porta guadagni e benefici, quindi, nella mentalità media italiana, si fanno già dei bei soldi, perché far fatica per farne di più? questo ragionamento è inaccettabile se fatto dal privato, dal singolo operatore, fa paura se a farlo sono i territori, le province, le regioni o lo stato centrale. loro devono investire per primi e cambiare la mentalità negli operatori, spingere la comunicazione, premiare la qualità e valorizzare i singoli territori caratterizzandoli, rendendoli unici.domanda: ci scrive antonella “sono rimasta colpita dai dati che avete citato la scorsa volta e dalla provocazione del dottore che le chiedeva “se avesse 100 euro dove li investirebbe?”, ecco, diciamo che ho 100 euro, dove li dovrei investire”?
dottore: io li investirei nello studio della bella, no! scherzo, direi che lecco è famosa per il manzoni, anche se a lorenzo questo tipo di turismo non piace perché lo definisce, come dici? “povero”, “mordi e fuggi”, comunque il manzoni ha reso e rende tuttora lecco famosa, io, avessi delle abilità artigianali mi spingerei nel settore dei souvenir, creando delle statuine di renzo e lucia, non so frà cristoforo, don abbondio o i bravi, per i bambini. lorenzo tu cosa faresti?
avvocato: io farei taxi boat/motoscafista di livello, non le solite barche, che sono anche poche, che si trovano in lecco, un bel riva aquarama, cercherei di darmi un’identità più spiccata per differenziare l’offerta ed attirare clienti che non fanno fatica a pagare, per il riva aquarama, magari le serviranno un po’ più di 100 euro, ma l’offerta turistica è per tutte le tasche.domanda: saluti e chiusura.
avvocato e dottore: arrivederci e a presto.

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