fare impresa – giovani imprenditori crescono

perché fare impresa?
ci stavo pensando e mi rispondevo è questione di reddito?
o forse di voglia di autonomia, il sano “non essere sottoposti a nessuno e far quel che si vuole”?

potrebbe essere per sviluppare un’idea creativa e geniale? no, forse questa è una motivazione troppo rara; nella stragrande maggioranza delle volte si fanno cose che già altri fanno. forse pensiamo che noi potremmo farlo meglio?

c’è chi lo fa perché gli piace quel lavoro oppure perché persone di successo e vicine a lui già lo fanno.

qualcuno, per creare qualcosa di suo da lasciare, altri per istinto.
secondo me si fa impresa osservando, come si fa scienza.

certe volte, solo a persone brillanti, succede un evento; l’evento scatena, nella persona preparata, l’osservazione, dall’osservazione alla regola e dalla regola all’impresa.
sono promotore del metodo scientifico fondato sul caso; nella mia famiglia si dice “la fortuna aiuta la persona preparata”.

c’è qualcuno che, nell’impresa come nella scienza, vede dello spazio, vuoto, non occupato; si sposta in quello spazio e comincia a crescere perché le condizioni sono favorevoli. poi, ad un certo punto, arriva il punto di ottimo, di efficienza paretiana. qui, l’imprenditore acuto, non tutti ovvio, nota il disagio e pensa “cosa faccio? seguo l’istinto? vado avanti? insisto? spingo?”.

come detto non è cosa da tutti. non tutti arrivano al disagio, non tutti vogliono avere a che fare col malessere e colla necessità di affrontarlo, non tutti vogliono continuare a fare l’imprenditore; alcuni preferiscono diventare gestori, prima difensori poi portieri.

ma quanto si può durare difendendosi? un tempo? un tempo e mezzo? prima o poi il gol arriva ed è più difficile reagire e recuperarlo tanto più si è riusciti a difendere bene, perché si ha poco tempo, ormai, per cercare di vincere nuovamente la partita.

nella vita di un imprenditore, molte forze lo spingono a contenere, accontentarsi e godere dello status quo.

la famiglia ha bisogno del suo spazio, la moglie (i mariti) e i figli hanno esigenze, le loro giuste esigenze e vogliono crescere con lui. vogliono vederlo, toccarlo, parlargli.

gli amici? anche gli amici, si, hanno diritto di vederlo e divertirsi con lui.

e le sue passioni? quelle per cui potrebbe abbandonare tutto e vivere felicemente solo di quelle? reclamano spazio e dedizione anche loro.

in ultimo, ma non sempre in ultimo, c’è chi cede alle distrazioni e si lascia andare agli eventi.

poveri ulisse senza radici.

ma come fanno a toglierlo dalla sua impresa, da quella creatura che ha amato ed alla quale si è dedicato incondizionatamente fino a poco tempo prima? cominciano coll’angolino. cominciano a grattare dall’angolino in alto dell’adesivo. insistono. prima o poi si stacca, il primo pezzettino. poi, vanno avanti e riescono a prenderlo tra due dita. e poi? poi tirano!

alcuni, sono discreti tolgono tempo ma non lasciano il segno, quasi non se ne accorge; altri, invece, sono più volgari, lavorano meno di fino e se ne accorge subito. sia chiaro, lo strappo lo hanno dato ma riesce a cantargliele, quello che doveva dire loro gliel’ha detto a chiare lettere!

tuttavia, quell’adesivo che si chiama tempo viene staccato dalla sua impresa, dalla sua creatura. e quando si accorge è tardi. cerca di riattaccarlo, ma non fa più presa come prima. si, si riattacca è vero, ma non come prima. fa tutte delle grinze che noterà ogni giorno della sua vita e, poi, si stacca di nuovo. sempre.

ormai, l’incanto è svanito e l’impresa è in zona europa league. “forse quest’anno facciamo l’europa”, dice. ma la coppa campioni diventa un lontano miraggio, ogni anno sempre più lontano. nell’equivoco dei ricordi dei bei tempi fa fatica a cambiare e tornare quello di prima.

c’è chi è fortunato e col tempo, che gli permettono, riesce a ridare dignità alla sua impresa.

c’è chi non fa più in tempo. per la verità, direi non è più quello di prima.

la verità è che il tempo serve solo a capire che non si tratta di impresa o di tutto il resto.

la verità è che tutto è impresa. si, anche la famiglia e gli amici, le passioni e le distrazioni.

è questione di atteggiamento e di approccio.

non puoi essere un vincente in un solo ambito, lo devi essere in tutto.

la verità vera è che tutto si può fare ma non tutti lo sanno fare.

alcuni fanno, altri guardano, qualcuno invidia.

la vita è cosi, caro imprenditore in erba. per fare poker servono quattro carte, non più di quelle, di pari valore. hanno semi diversi ma lo stesso valore. scegline quattro, di pari valore, non più di quelle, e giocatele tutte in un’unica mano.

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